CAPILLARI
I capillari sono vasi sanguigni di piccole dimensioni che portano il sangue in periferia nel nostro organismo. Nonostante siano sempre e ovunque presenti nel nostro corpo, in alcune persone i capillari diventano molto visibili, presentandosi all’occhio come piccole linee blu/violacee.
Questa visibilità può essere causata da una dilatazione dei vasi e dalla conseguente fragilità o da problemi di circolazione. Il nome medico di questa condizione è teleangectasia, termine che indica una dilatazione che rende il vaso visibile; problemi di visibilità dei capillari solitamente interessano le gambe, ma compaiono spesso anche sul viso e altre zone del corpo.
Possono essere fastidiosi e a volte dare una sensazione di prurito o bruciore: ciò è dato dalla dilatazione o dalla sempre maggiore fragilità dei capillari.
CAUSE:
Diversi fattori contribuiscono alla fragilità capillare, tra cui:
- Ereditarietà
- Sbalzi ormonali
- Gravidanza
- Mancanza di vitamine
- Eccesso nel consumo di alcool e fumo
- Scarsa attività fisica
- Problemi circolatori
- Inversione del flusso di sangue
- Scarso ossigeno nei tessuti
Dedichiamo due parole ad alcune tra le più comuni cause di teleangectasia:
Nei casi di insufficienza venosa la visibilità dei capillari è causata dalla difficoltà del ritorno di sangue venoso al cuore; questa inoltre, causa anche sconforto, pesantezza e dolore, spesso alle gambe.
Invece, nel caso di scarsa ossigenazione dei tessuti le cellule vascolari sono stimolate e così viene incoraggiata la crescita di nuovi vasi, più dilatati e visibili.
COME ELIMINARLI:
Esistono diversi rimedi per i capillari visibili. Negli ultimi anni, le tecnologie si sono affinate e le terapie proposte sono sempre meno invasive e rischiose. La scelta della terapia e il numero di sedute potrebbero variare in base alla natura del problema e alla situazione in cui si trova il paziente, per questo è bene confrontarsi con il medico specialista. Alcuni dei trattamenti più comuni ed efficaci sono:
- Laser: sfrutta l’energia termica creata dal contatto del raggio laser con la pelle. L’energia termica (ovvero il calore) creata coagula il vaso, che essendo poi chiuso scomparirà definitivamente.
I capillari più piccoli spariscono quasi immediatamente, mentre quelli di calibro maggiore diventano più scuri per poi scomparire nel periodo successivo; talvolta è necessario ripetere le sedute, in base all’estensione della zona da trattare ed alla natura del problema.
Il trattamento laser, se effettuato da una persona competente, non porta a iperpigmentazioni o ipopigmentazioni della pelle, poiché viene utilizzato a frequenze specifiche che interagiscono solo con l’emoglobina e i vasi sanguigni interessati (esistono diverse tipologie che sfruttando diverse frequenze).
Il laser è particolarmente indicato per capillari di piccolo calibro, medio-profondi o in caso di matting, ovvero la comparsa di una rete disordinata di nuovi capillari a seguito della chiusura di una vena.
Nei giorni successivi al trattamento potrebbe comparire un arrossamento della zona interessata, che scomparirà nel periodo a seguire.
———- - Carbossiterapia: grazie a delle insufflazioni di anidride carbonica tramite dei piccolissimi aghi si può intervenire sulla comparsa e visibilità dei capillari. Nel caso della carbossiterapia si va a ripristinare la corretta circolazione in tutte quelle zone caratterizzate dal ristagno di sangue, che siano il viso, le gambe, le braccia, l’addome o le occhiaie.
Se con il laser si eliminano i vasi danneggiati, con la carbossiterapia viene ripristinata la loro efficacia, riportandoli in salute. Si va così a restituire, oltre che il colore naturale, elasticità e nutrimento alla pelle.
Una volta ripristinata la circolazione, il sangue torna a scorrere agevolmente grazie anche ad un aumento del flusso di ossigeno, che stimola ulteriormente e smuove il sangue stagnante. La carbossiterapia è indicata anche come prevenzione per pazienti giovani o potenzialmente soggetti a teleangectasie. Contemporaneamente viene stimolato lo smaltimento di tossine.
———- - Radiofrequenza: la radiofrequenza sfrutta anch’essa il calore, in questo caso generato da corrente elettromagnetica, per coagulare il sangue all’interno del vaso danneggiato. In questo modo si stimola la contrazione e conseguente chiusura dei vasi danneggiati causa delle teleangectasie. Una volta chiusi, i vasi non risultano più visibili.
Questa tecnica per i capillari piccoli non risulta dolorosa, talvolta può causare leggero fastidio nel caso di vasi più grandi.
È ripetibile fino al raggiungimento del risultato desiderato e gli effetti sono visibili poco dopo il trattamento, ma la pelle e la situazione continueranno a migliorare per mesi. In più, la pelle dopo il trattamento risulterà più nutrita e ricca di collagene, poiché il macchinario ne stimola la produzione.
———- - Ossigenoterapia: grazie all’ossigeno è possibile ripristinare la circolazione nei vasi danneggiati; questo viene insufflato tramite piccolissimi aghi. Inizialmente l’ossigeno determina una vasocostrizione nell’area del trattamento. Per compensare questa diminuzione di afflusso di O2 il nostro organismo aumenta il flusso sanguigno nella zona interessata e riattiva il microcircolo. Vista la funzione simile, per trattare i capillari a volte si utilizzano assieme ossigeno e ozono; si parla di “Ossigeno-Ozono terapia”. L’ossigenoterapia, come la carbossiterapia, spesso è utilizzata anche come prevenzione.
PREVENZIONE:
Se non si prestano particolari accorgimenti e non si aggiusta lo stile di vita, le teleangectasie potrebbero ripresentarsi: è bene quindi sottoporsi con costanza alle sedute previste da ciascun tipo di trattamento e prendere in considerazione, per gli anni a venire, sedute di mantenimento per prevenire la ricomparsa dei capillari.
Inoltre è bene adattare e migliorare il proprio stile di vita, per esempio:
- Fare attività fisica regolarmente
- Evitare alcool e nicotina
- Non prediligere uno stile di vita sedentario
- Evitare indumenti troppo stretti
- Tenere sotto controllo il peso corporeo e avere una buona alimentazione